Versailles, seconda metà del XVIII secolo
Anche dopo la morte di Luigi XIV, la Francia resta il più perfetto esempio di assolutismo monarchico. Tuttavia, nel corso del XVIII secolo, durante i regni di Luigi XV e XVI, il potere assolutistico si indebolisce notevolmente fino a culminare con la Rivoluzione.

Quello che si apre è un ambiente colto, raffinato, molto ricco e di buon gusto, è il salottino-studio di Madame Pompadour a Versailles. La splendida, colta, favorita di Luigi XV sta leggendo appoggiata ad un tavolo ingombro di libri, tra cui spicca l'Encyclopédie di Diderot-D'Alembert, vero e proprio manifesto dell'Illuminismo. Una dama di corte, al servizio della Marchesa, modellata sulla celebre Cioccolataia di Liotard, sta servendo una tazza dell'esotica bevanda, particolarmente apprezzata dagli Illuministi, soprattutto da Voltaire, amico e grande sostenitore della Marchesa, che ne consumava una dozzina di tazze al giorno. Particolarmente importante è il vestito della Marchesa (lampasso di seta), di cui Caprai ha prodotto recentemente una riedizione come tessuto storico, denominato Petit Fleur.

Nel campo del merletto, il XVIII è il secolo della specializzazione, ogni centro produttivo realizza merletti con caratteristiche proprie: ALENÇON e ARGENTAN per i merletti ad ago, BRUXELLES, BINCHE, VALENCIENNES, MALINES, LILLE, per quelli a fuselli.
  • Da un manoscritto, una specie di libro contabile che registrava le spese fatte dalla Pompadour durante gli anni di celebrità, si apprende che le uscite totali ammontavano a trentasei milioni novecentoventiquattromila e centoquaranta libbre, in diciotto anni. "Avida ammassatrice di ricchezze", accumulava in maniera esagerata gioielli, statue, dipinti, palazzi, ville, castelli, esclusivamente per il gusto e la cupidigia di possederli. (Cfr. M. Buggelli, La Pompadour, Milano, 1968, p.145).
  • Le merlettaie che eseguivano manualmente il merletto a fuselli Valenciennes guadagnavano appena un franco, lavorando quindici ore al giorno nei sotterranei al buio e non stupisce il fatto che all'età di trent'anni iniziassero a perdere la vista. I tempi di realizzo di questo merletto erano piuttosto lunghi: mentre le merlettaie di Lille eseguivano da due a tre metri e mezzo di merletto al giorno, quelle di Valenciennes ne realizzavano dai trentacinque ai quaranta millimetri al giorno. La realizzazione di alcuni tipi di questo merletto non superava i trentasei centimetri per anno. (Cfr. B. Palliser, Histoire de la Dentelle, Parigi, 1892, pp.180-183).
  • Se durante il regno di Luigi XIV, l'ostentazione del lusso e dell'eleganza sembrava eccessiva, con il suo successore divenne ancora più evidente. Sotto Luigi XV, la moda richiedeva per lo più merletti soffici e trasparenti, praticamente impalpabili, come erano quelli eseguiti a fuselli; mentre quantità di filati e punti dei merletti ad ago rendevano quest'ultimi sempre più rigidi e pesanti. (Cfr. N. Hudson Moore, The Lace Book, Londra, 1937, p.136).
  • "I rubini, gli specchi, i merletti sono tre cose senza le quali i Francesi non possono vivere" sono le parole di un autore sconosciuto durante il regno di Luigi XV. I domestici nel XVII secolo sfoggiavano sulle loro livree di gala dei merletti così ricchi ed elaborati al pari dei propri padroni. (Cfr. B. Palliser, Histoire de la Dentelle, Parigi, 1892, p. 137).
  • È documentato che il re Luigi XVI, nell'anno prima della morte, possedeva ben cinquantanove paia di "increspature" del merletto di Mechlin (Malines), dieci del punto Inghilterra e ventuno di Valenciennes. Gli effetti della Rivoluzione sull'industria del merletto in Francia furono disastrosi; in molti centri produttivi andarono completamente perdute quelle tradizioni di un'arte, che fino a quel momento aveva fatto la gloria del Paese. (Cfr. M. Eirwen Jones, The Romance of Lace, Londra, 1951, p. 92).
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