Quando il Merletto compare negli arredi sacri
Possiamo distinguere fra la comparsa del merletto sulla tovaglia d’altare e quello sulle vesti ecclesiastiche. Per quanto riguarda la prima c’è un’osmosi continua tra tovaglia di civile abitazione e tovaglia d’altare. D’altra parte l’Eucaristia è stata istituita in ricordo dell’Ultima Cena e le stesse tavole apparecchiate, almeno nei dipinti e negli affreschi fino alla metà del ‘400, erano esclusivamente di soggetto religioso: Ultima Cena, Cena di Emmaus, Nozze di Cana, Convito a casa di Levi. Con tutta probabilità le stesse tovaglie perugine (v. Sala n. 1) sono nate come tovaglie d’altare. A volte è difficile anche stabilire un uso certo per una tovaglia del ‘500 di piccola dimensione, con finitura a reticello e punto in aria, se destinata ad un altare o ad un uso privato. Per quanto riguarda l’uso del merletto nel costume ecclesiastico nobiliare, questo va di pari passo al diffondersi del merletto nella moda, con una prima comparsa cinquecentesca e un exploit di eccezionale portata dall’inizio del ‘600, in corrispondenza a quella “necessità dell’apparire” che sarà l’elemento contraddistintivo di tutto il secolo. Splendide balze di merletto a punto in aria compaiono sulle vesti di papa Paolo III Farnese (1534-49), del cardinale Ferdinando de’ Medici (poi granduca Ferdinando I), nel ritratto del 1588 degli Uffizi (pittore della cerchia di Alessandro Allori); di grandissimo valore e di squisita bellezza doveva essere il merletto del ritratto del cardinale Bentivoglio, dipinto da Van Dyck tra il 1622 e il 1623 (Firenze, Galleria di Palazzo Pitti).

Nel Museo Virtuale:

Sala n. 5

Prelato e cappella gentilizia in un palazzo veneziano di fine ‘700.

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