Germania, Seconda metà dell'Ottocento
Periodo compreso tra gli anni 1870-80. Ambiente lussuoso e solare delle terme e dei raffinati luoghi di ritrovo del centro Europa in cui compare l'Imperatrice Sissi (Elisabetta d'Austria) con il sontuoso abito bianco del ritratto del 1884 dei pittori Hans Temple e Albert Ritzberg. In questo periodo Sissi viaggia molto, spinta da una continua, logorante voglia di allontanarsi dalla corte di Vienna e dal suo cerimoniale (che non è mai riuscita ad accettare fino in fondo).

L'ambiente scenografico, splendente di marmi bianchi (quello bianco assoluto di Carrara, detto statuario) fa diretto riferimento alle astratte geometrie di Schinkel e alle novità strutturali portate dal Palazzo di Cristallo dell'Esposizione Universale di Londra del 1851, voluto dalla Regina Vittoria; ispiratore e modello delle grandi serre esotiche dei Kew Gardens e di costruzioni analoghe in tutta Europa.
Quella che si apre al nostro sguardo è una grande sala ottagonale, illuminata da grandi vetrate. Una sorta di sala di ritrovo, all'interno di una struttura articolata, immersa in un grande giardino. L'Imperatrice Sissi sta parlando con un'amica in piedi di fronte a lei; poco più in là, un po’ indietro, un'altra dama con cappellino, veletta e ombrellino aperto. Sul lato destro, vicino alle porte, una donna vestita di nero, misteriosa e inquietante. Potrebbe essere un presagio della tragica fine del figlio Rodolfo nel 1889, oppure del suo stesso omicidio a Ginevra nel 1898.

È il trionfo del POINT DE GAZE, il raffinato e prezioso merletto ad ago belga del XIX secolo, quello dei ventagli di gala, e del leggero ed impalpabile CHANTILLY, merletto a fuselli francese, adatto per ornare le grandi stole, veli, ombrellini e ventagli.
  • La cura del corpo e il culto della bellezza in generale erano le principali preoccupazioni, quasi ossessioni, dell'Imperatrice Elisabetta. Nell'abbigliamento, non amava seguire necessariamente la moda, ma prediligeva abiti che mettessero in risalto le sua silhouette. Per apparire ancora più snella non indossava le sottogonne in uso all'epoca e si faceva cucire addosso i vestiti. (Cfr. AA.VV., Sissi Elisabetta d'Austria l'impossibile altrove, Milano, 2000, p.45).
  • In occasione dell'incoronazione a regina d'Ungheria, avvenuta l'8 maggio 1867, Sissi indossava uno splendido abito di broccato bianco e argento cosparso di grappoli di lillà e di gemme, prodotto dalla casa di moda Worth di Parigi, il sarto dell'imperatrice francese Eugenia. L'abito fu pagato la somma di ben cinquemila franchi. (Cfr. A.Millo, L. Monaco, Sissi imperatrice ribelle, Firenze, 1999, p.44).
  • Il point de gaze, è il merletto ad ago più prezioso dell'Ottocento, prodotto a Bruxelles, probabilmente nella ditta M. Vanderkelen-Bresson. Tecnicamente non molto dissimile dall'Alençon, se ne discosta per l'incomparabile leggerezza e sofficità, date dalla sottigliezza del filato impiegato. È un merletto molto costoso ed il più utilizzato dai grandi ateliers di alta moda francese. (Cfr. A. Kraatz, Merletti, Milano, 1988, p.126).
  • Non è facile distinguere lo Chantilly realizzato in Francia da quello eseguito in Belgio. Generalmente, quello francese è ritenuto più prestigioso; lo Chantilly di Bayeux è meno nero, il filato utilizzato possiede meno tintura e questo gli dona un aspetto più sfumato e luminoso, e un riflesso quasi argentato. Il merletto belga si caratterizza per un motivo decorativo piuttosto classico, mentre quello francese presenta ornamenti più moderni ed è più riccamente lavorato. (Cfr. M. Bruggeman, L'Europe de la Dentelle Un aperçu historique depuis les origines de la dentelle jusqu'à l'entre-de-guerres, 1997, Brugge, pp.194-195).
  • Eugenia, moglie di Napoleone III, era appassionata di merletti e tra tutti preferiva indossare le tipologie di Chantilly, Alençon ed Argentan. Fu una delle personalità femminili trainanti per la moda europea del secolo XIX. Nel suo guardaroba, portò un nutrito numero di scialli e bordure in merletto di Bruxelles, Alençon e Chantilly. Quest'ultimo si confaceva particolarmente al gusto raffinato dell’imperatrice che, essendo di stirpe ispanica, amava il colore nero come le donne della sua terra d’origine. (Cfr. A. Kraatz, Merletti, Milano, 1988, p.120).
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