I periodi cronologici - ancora piuttosto incerti - della storia precolombiana sono classificati, secondo l’uso corrente, come Preclassico (1250 a.C.), Classico (200-1100 d.C.) Postclassico (1100-1532 d.C.).

Le varie, piccole culture fiorite in territorio andino raggiunsero alti livelli qualitativi nella lavorazione dei tessuti, giunti fino a noi grazie a numerosi ritrovamenti archeologici. I tessitori del Perù precolombiano furono tra i più abili al mondo. Il sistema più semplice e comune usato per tessere era dato dal telaio a martingala: stretto e mobile, con un’estremità legata alla cinta del tessitore e l’altra ad un palo o ad un albero. Verso la fine del periodo arcaico furono introdotte le fibre dei camelidi.

Per la confezione degli indumenti non si tagliava la stoffa, le tuniche, infatti, erano composte di due rettangoli di tessuto, cuciti insieme lungo i fianchi, con aperture al collo e alle braccia. Le stoffe più fini contano fino a 200 fili per centimetro quadrato. Combinando tre colori vegetali di base, l’indaco, il rosso e il giallo, si ottenevano colori forti e vivaci.

Questi potevano essere intercalati dai colori neutri dei fili di cotone, lana dei camelidi andini, lama, alpaca, vigogna, non tinti. La tintura poteva essere eseguita anche sui tessuti, per immersione in bagni di colore oppure avvolgendo o riunendo più pezze insieme, così da ottenere macchie di colore. Spesso i tessuti si ornavano di elaborati ricami colorati eseguiti con grande varietà di punti.

Gli Inca

Il popolo Inca conobbe la sua massima forza nel secolo precedente l’arrivo degli Spagnoli nel Nuovo Mondo. Fu di quel periodo l’espansione dell’impero incaico dalla Sierra meridionale fino all’Equador, nel Cile e in Argentina. Di soli novant’anni fu la durata del loro dominio forzatamente interrotto dagli Spagnoli. La parola “inca” in origine indicava il sovrano, considerato figlio del Sole e sua incarnazione in terra; in seguito la stessa parola fu usata per definire il popolo conquistatore. Presso gli Inca, come in ogni antico popolo andino, i tessuti erano molto considerati. Rappresentavano una forma di ricchezza, scambiati, donati ai sovrani o alle divinità nei riti religiosi, usati nella sepoltura dei cadaveri. Nella rigida società incaica anche gli indumenti servivano ad indicare particolari ruoli o status. Ancora oggi, sulle Ande, le donne anziane hanno in mano il fuso e filano mentre camminano o quando, sedute, riposano ed anche le giovani cittadine lavorano, più semplicemente a maglia, mentre vanno per la via.

Schede curate dal dott. Antonio Aimi, iscritto all’albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale di Verbania (Arte Precolombiana), antropologo, etnologo ed americanista.
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