Isola Maggiore, Lago Trasimeno, Prima metà del Novecento
Tutto il Novecento è stato contraddistinto da un costante bisogno di sperimentazione. I numerosi movimenti artistici, sorti all’inizio del secolo, sono stati accomunati da un costante desiderio di rinnovamento recidendo i legami con il passato e con le tradizioni.

L'iniziativa della scuola di Burano, fondata il 14 Marzo 1872 dalla Contessa Andriana Zon Marcello, con il patrocinio della regina Margherita, andò in direzione opposta, tentando con successo il rilancio delle antiche e prestigiose tradizioni dei merletti ad ago. Nel 1878, cinquantacinque esemplari sono presentati all'Esposizione Universale di Parigi; dalla scuola escono i ventagli per la regina Guglielmina d'Olanda, il velo da sposa di Elena di Montenegro e di Edda Ciano. Clienti della scuola furono il Papa Pio XI ed Evita Peron (Cfr. D.Davanzo Poli, Il Merletto Veneziano, Milano, 1998).
La scuola si occupava anche di restauro e di rifacimento di pezzi antichi e ben presto il merletto di BURANO diventò sinonimo di altissima qualità ed eleganza in tutta Europa. La scuola fu in grado di resistere alla crisi di mercato determinata dalla prima guerra mondiale, ma la sua attività iniziò a declinare intorno al 1940.

Assistiamo ad una visita ufficiale della regina Margherita intorno al 1910 - in un periodo di relativa difficoltà e di rilancio della scuola di Burano, sia da un punto di vista culturale che produttivo. La regina è accompagnata dalla direttrice della scuola nella sala espositiva, in cui due tra le più capaci merlettaie della scuola, danno un saggio della loro arte.

L'ambiente appare molto luminoso, con due tavoli vestiti, un grande pannello espositivo e un gruppo di cinque manichini con i capi più rappresentativi della scuola. La direttrice sta mostrando a Margherita un prezioso ventaglio che rappresenta un riuscito intervento contemporaneo della scuola su una struttura preesistente del Settecento. La regina stessa, indossa una splendida cravatta in punto Burano del 1750.
  • Alla fine del XIX secolo, alle donne non era ancora permesso di frequentare l'università, né gli istituti di Belle Arti; esistevano solo due istituti magistrali a Roma e Firenze. La massima aspirazione per le donne era diventare maestre elementari. La regina Margherita divenne presidente onorario della prima scuola professionale femminile istituita a Roma e anche della Società per l'educazione della donna ed istituì lavori di ricamo, di cucito, di fiori, di cucina e di economia domestica. (Cfr. R. Bracalini, La regina Margherita, Milano, 1983, p.107).
  • Il 9 Gennaio 1878 Umberto sale al trono e Margherita diventa la regina d'Italia. Nello stesso anno a Milano venne creata una nuova rivista di moda femminile in suo onore e qualche anno dopo dirà alla nuora Elena: "Nulla è troppo costoso e troppo bello per la regina d'Italia". Sua Maestà preferiva i colori chiari per gli abiti da sera e non mancherà mai di indossare le amate perle, les perles de la Reine. Un filo di perle è il regalo consueto del re alla regina ogni anno per il Natale; le malelingue dicevano che Umberto regalasse a Margherita una collana di perle ad ogni avventura extraconiugale. (Cfr. Centro Studi e Ricerche Arnaldo Caprai, Da Elisabetta I a Margherita di Savoia - l'Arte nelle Riedizioni - Foligno, 1997, p.22).
  • Il 22 aprile del 1868 nella sala da ballo del palazzo Reale si celebrò il matrimonio civile tra Margherita e il principe Umberto. Terminato il rito, gli sposi si affacciarono al balcone per salutare la folla radunata avanti al palazzo; successivamente, nella Cattedrale di San Giovanni, l'arcivescovo di Torino, insieme al vescovo di Milano ed altri prelati, diede inizio alla benedizione nuziale. La futura regina d'Italia indossava un abito in pesante seta bianca con un lungo mantello ricamato in argento con mazzi di margherite, fiori d'arancio, campanule, intrecciati a nodi Savoia. (Cfr. M.Gabriella di Savoia, S. Papi, Gioielli di Casa Savoia, Milano, 2003, pp.16-18).
  • Nei primi anni di vita, la scuola di Burano recuperò a mala pena le spese sostenute per il compenso delle allieve-lavoranti, in quanto quest'ultime erano ancora poco esperte e la loro retribuzione superava il rendimento dei lavori. Tuttavia, nel giro di pochi anni, grazie "alla severità impietosa" delle insegnanti che disfacevano i lavori imperfetti, tagliandoli, i manufatti raggiunsero un sorprendente livello di perfezione, tanto da meritare la partecipazione con circa 55 esemplari di merletto all'Esposizione Universale di Parigi. (Cfr. D. Davanzo Poli, Il merletto Veneziano, Novara, 1998, p.116).
  • Varcata la soglia veneziana, le trine prodotte a Burano entrarono di gran lusso nei maggiori negozi alla moda dell'epoca, ad esempio in quelli parigini di Worth e di Paquin, nei musei nazionali, nelle corti imperiali, nei palazzi aristocratici, o più semplicemente nelle case di qualsiasi donna alla moda. Preziosi veli da sposa furono offerti dalla regina Margherita in occasione delle nozze della principessa Letizia e della duchessa Isabella. Anche la regina Elena indossò uno splendido velo di Burano il giorno del suo matrimonio e ricevette in dono da alcune dame veneziane un sontuoso ombrellino "di punto in aere". (Cfr. R. Strinati, I Merletti ad Ago e la "Scuola di Burano", Roma, 1926, pp.85-86).
Arnaldo Caprai Gruppo Tessile Srl - s.s. Flaminia km 148 – 06034 Foligno - Perugia – Italy - © 2015 - REA 222120 - P.iva 02507670541 - Telefono: +39 074239251 - Fax: +39 0742 679242 - info@caprai.it